successo

Il successo è una questione di centimetri

Chi non conosce il monologo che Al Pacino recita nella scena clou di «Ogni maledetta domenica»?
Tony D’Amato (un grandissimo Al Pacino) è l’allenatore degli Sharks, una squadra di football in crisi di risultati dopo la morte dell’anziano proprietario. Durante una partita decisiva della stagione, il coach, nel break, si rivolge ai ragazzi poco motivati per affrontare la gara. La tensione si taglia a fette ma trova le parole giuste per galvanizzarli.
«Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta… la vita è un gioco di centimetri, e così è il football… I centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra ci massacriamo di fatica, noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.»

È una delle scene più belle della storia del cinema. Perché contiene una verità universale: la vita è davvero una questione di centimetri. Come il successo.

Chi non brama di affermarsi ottimamente nel mondo del lavoro?
Guardiamo l’imprenditore «arrivato» e sogniamo di diventare come lui. Il più delle volte, però, non succede. Tanti sacrifici, molteplici sforzi e il risultato è talmente mediocre da consegnarci alla frustrazione.
Perché?
Avete mai sentito parlare di auto-boicottaggio? A volte rischiamo di diventare i peggiori nemici del nostro stesso successo.
Compiamo in modo inconscio delle azioni che possono ostacolare la nostra affermazione in ambito lavorativo.
Il primo step è riconoscere le nostre cattive abitudini e agire per fermarle, in modo che ogni azione sia davvero a favore della nostra carriera.

Pensi che lavorare 24 h al giorno rientri tra le strategie per fare fortuna?
Ti sbagli.
Il vero successo aziendale è il risultato di un impegno mirato a raggiungere obiettivi a lungo termine.

Non temere di fallire. La paura può portare alla paralisi. Nella mente si possono formare immagini negative del tutto infondate che possono influenzare i progressi e fermarli. Visualizza una porta e chiudi fuori tutti i pensieri neri. La paura non deve rappresentare un ulteriore ostacolo, piuttosto il carburante che può aiutarti a compiere un passo decisivo.

Quindi, quando progetti un piano per raggiungere il tuo prossimo obiettivo, fa in modo di pensare innanzitutto ai successi e non ai possibili fallimenti. La gestione dei rischi è importante, certo, ma tracciare fin dall’inizio un percorso positivo scegliendo una via semplice aiuta a pianificare una strategia senza intoppi.

È importante partire da ciò che si possiede, e impegnarsi per sfruttarlo nel migliore dei modi.
Non concentrarti su ciò che ti manca, ma su ciò che hai.
Non sempre i mezzi «giusti» sono quelli più «potenti». Ti faccio un esempio:
Nel IX canto dell’Orlando Furioso (dell’Ariosto), il paladino Orlando deve affrontare il crudele re di Frisia, Cimosco, tanto più temibile perché l’unico in possesso del pericolosissimo archibugio (la prima arma da fuoco portatile, il padre del fucile insomma). Durante lo scontro, il re ed i suoi cavalieri circondano Orlando, ed il sovrano è talmente convinto che l’impresa sia semplice che non prende neanche con sé l’archibugio. Ma Orlando si butta sugli avversari e fa una strage.
Così Cimosco corre a prendere la sua arma da fuoco ma quando spara, sbaglia mira – forse a causa della paura che gli fa tremare le mani – e colpisce ed uccide solo il cavallo di Orlando. Questo si lancia subito a piedi contro il re di Frisia e lo uccide.
Morale?
Hanno vinto il coraggio, il valore e l’intelligenza su un’arma apparentemente invincibile e micidiale.

Spesso non ce ne rendiamo conto, ma la vittoria è a portata di mano.
Un centimetro alla volta.

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